giovedì 30 gennaio 2014

La svendita di banca Italia


Le fonti storiche dicono che Cesare, quando si scontrò con Pompeo per impossessarsi del potere, dimenticando le promesse che aveva fatto alla popolazione, mise per prima cosa le mani sull’ Erario. Uno dei tribuni eletti dal popolo, Lucio Cecilio Metellio, tentò di contrastare la requisizione dell’erario ordinata da Cesare. Poiché la sua opposizione legale era valsa ben poco cercò di fare da scudo col suo corpo contro i soldati di Cesare ponendosi davanti al Tempio di Saturno dove era custodito il tesoro pubblico, ma i soldati di Cesare, senza badargli minimamente, tagliarono in chiavistello del portone e portarono via il denaro.
Nell’antica Roma, dove si coniò per la prima volta il termine di Res publica, cosa pubblica, il tesoro e il demanio avevano un particolare carattere sacrale. Come in ogni tempo, nel momento in cui muta il regime, i beni dello Stato da comuni diventano di pochi se non di uno solo.
Ieri come oggi il palcoscenico è sempre Roma e il luogo dove un tribuno si contrappone al regime è il tesoro pubblico. Se le riserve della Repubblica Romana erano custodite nel Tempio di Saturno, oggi le riserve d’Italia, con uno dei più cospicui depositi aurei del mondo, sono nei forzieri della Banca d’Italia. Il Movimento 5 stelle ha eletto come uno dei punti qualificanti della sua attività la difesa dei beni comuni. Fino a ieri, quando ancora non sedevamo in quest’aula, le nostre battaglie più importanti sono state per l’acqua pubblica, per la difesa dell’ambiente, per il diritto alla salute dei cittadini. Oggi abbiamo esteso il nostro ambito d’attività. Oggi difendiamo altri beni pubblici: la Costituzione, il patrimonio dello Stato, il tesoro pubblico. E difendiamo il principio di una Banca d’Italia che sia patrimonio degli italiani e non dei pochi, dei vostri amici. Già oggi la Banca d’Italia è solo relativamente “d’Italia”, ma è piuttosto “delle banche d’Italia”. Il vostro decreto, questa vergogna, amplia la platea degli amici e amplia il quantitativo di elargizioni sponsorizzate dai cittadini italiani.
Ma vedete, ciò che trovo scandalosi e inquietanti, non sono tanto queste pratiche, cui negli anni ci avete ampiamente abituati, ma sono piuttosto i vostri metodi di manipolazione della democrazia. Ci volevano davvero delle menti specializzate a mistificare la realtà, a confondere le acque e a coprire le tracce delle nefandezze che partoriscono per confondere nello stesso testo le norme relative all’Imu e quelle relative alla spoliazione della Banca d’Italia. E la stampa di regime oggi comincia a suonare la grancassa. Guardiamo ai giornali.  “Imu, torna lo spettro della seconda rata.” “Imu- Bankitalia  a rischio caos. Corsa per salvare il decreto”. “Ostruzionismo di M5S, la maggioranza irritata con Boldrini. S&P’s torna a minacciare il declassamento: manca la crescita”. Titoli che inseriscono la stampa nostrana nel glorioso filone della Pravda di sovietica memoria. Ed ecco che il motivo di merito della protesta come d’incanto scompare. Restano invece i grillini che cercano di far pagare l’Imu agli italiani. I ragazzetti che si mettono seduti per impedire il voto, le proteste folkloristiche e fine a se stesse. Ma che brutto spettacolo!
No, cari colleghi. Fino a ieri potevate sperare che il film finisse in questo modo, ma oggi sempre più cittadini vanno oltre la pagina della Repubblica o del Corriere online. Oggi chiediamo risposte. Le pretendiamo.
E queste risposte nonostante tutto non vengono. Tutti a parlare di “offesa alla istituzioni”, di indecenza, tutti a voler insegnare a questi scalmanati ciò che è politicamente corretto. Ebbene, parliamo del merito delle cose. Fateci sapere perché dobbiamo regalare 7 miliardi e mezzo dei soldi nostri alle banche, perché noi non l’abbiamo francamente capito. E dove starebbero le risposte? Ho provato a cercarle nella relazione del decreto.....
Ditemi, è solo un’impressione o mi sembra che siate partiti già voi stessi prevenuti, cercando di giustificarvi?....... Che tono inusuale, direi quasi sulla difensiva, per una relazione di un decreto legge… non è forse che, molto prima che i grillini cominciassero a rompervi le uova nel paniere, lo capivate da voi stessi che stavolta la porcata era fin troppo evidente?

Ebbene, noi non ci illudiamo più di potervi cambiare. Continuate a fare le vostre operazioni, i favori agli amici, le regalie coi soldi pubblici. Continuate a defraudare lo Stato delle sue proprietà per svenderle a qualche acquirente grato e interessato. Continuate…. Finchè potete. Perché i cittadini stanno aprendo gli occhi. Oggi non c’è un solo tribuno a difesa dei beni pubblici. Oggi, a differenza dei tempi di Cesare, sono più di 100 solo in quest’aula. E scoprirete presto che, fuori di qui, sarà qualche milione di persone a gridarvi il suo no. La prossima volta non passerete. la prossima volta Vinciamo noi!  

martedì 14 gennaio 2014

Libertà di scelta ai cittadini






Deve essere un'informazione assuefatta e stordita dai miasmi che per 20 anni e più hanno segnato la non-democrazia della non-Repubblica Italiana quella che trova tanto sconvolgente il fatto che un Movimento possa votare una posizione dissimile da quella che la stampa vorrebbe essere quella espressa dai garanti di quella formazione politica. D'altra parte se avesse vinto il sì al reato d'immigrazione clandestina i giornali oggi titolerebbero sulla "scelta pilotata" accompagnata da profonde riflessioni sulla consistenza della base, sui complotti internettiani della Casaleggio & associati e sulla scarsa trasparenza della piattaforma online. Visto che ciò non è accaduto si opta invece per un titolo altrettanto benevolo: "la base in rivolta". 
Immagino che sia superfluo ricordare che Beppe Grillo, quando esplose per la prima il dibattito sull'argomento, auspicò che fosse proprio la rete a scegliere una posizione tanto delicata per il MoVimento. Oggi che ciò avvenuto, come sempre accade, si cercano titoli sensazionalistici, lo scandalo, un po' di materiale per un editoriale che riempia il vuoto che domina le prime pagine dei giornaloni nazionali. Complimenti, anche oggi la missione è compiuta! Potete tornare soddisfatti a riportare il bastone a chi ve l'ha lanciato. Il fatto, invece, che, per la prima volta nella storia della Repubblica un gruppo politico interpelli i cittadini per stabilire le linee guida della propria condotta politica resta sullo sfondo, lasciando spazio alla "grande bellezza" di leader di plastica che si dicono democratici o parlano di libertà, decidendo se un governo vive o muore a seconda del fondo cassa o della volatilità elettorale.