mercoledì 26 giugno 2013

Blocco stipendi dipendenti della PA, quando i diritti quesiti riguardano gli altri



I lavoratori non sono tutti uguali! C'è chi è andato in pensione giovanissimo e col sistema contributivo e chi invece non sa se riuscirà neanche a trovare un lavoro che possa definirsi tale. In questo clima di ingiustizia sociale in commissioni Affari Costituzionali e Lavoro, dopo aver udito sindacati e parti sociali si è deciso di bloccare i contratti dei dipendenti pubblici sino a dicembre 2014. Cosi saranno 5  gli anni di blocco delle retribuzioni e di vacanza contrattuale. Mentre si afferma che sia impossibile fissare un tetto massimo alle pensioni d'oro, almeno in questo periodo di crisi, in quanto in contrasto con il principio costituzionale in virtù del quale i diritti quesiti non si possono toccare, d'altra parte si ancorano le retribuzioni dei dipendenti pubblici, tra le più basse d'europa, ad indici istat di 5 anni fa. 
Noi in commissione abbiamo votato contro il blocco e questo è il testo mio intervento stenografato: "Federica DIENI (M5S) esprime una valutazione contraria rispetto al provvedimento in esame, evidenziando come si tratti di misure che dovevano mantenere il carattere dell'eccezionalità: nel momento in cui, invece, si decide di prolungarle nel tempo, si viene a prefigurare un contrasto con il dettato costituzionale e, in particolare, con gli articoli 3, 36, 39 e 97 della Costituzione. 
Evidenzia, inoltre, come le misure previste comportino una riduzione della capacità di acquisto dei dipendenti pubblici e una lesione dei diritti acquisiti dei lavoratori, cui spetta l'adeguamento in termini economici delle proprie retribuzioni".
Facile far pagare sempre gli stessi: dipendenti, pensionati, persone alle quali cifre non troppo elevate possono invece fare la differenza.
Sono loro coloro che dovranno salvare il nostro Paese dopo che altri hanno fatto di tutto per distruggerlo.



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